I Fibromi o Miomi o Leiomiomi Uterini (a seconda che prevalga la componente muscolare o fibrosa) sono neoformazioni benigne che originano dalla componente muscolare liscia e dal connettivo dell’utero. Interessano fino al 70% delle donne oltre i 45 anni, con circa 24 milioni di donne in Europa ad esserne portatrici.
I sintomi che possono provocare sono legati alla loro posizione nell’utero, alle loro dimensioni e numero. Tra i sintomi più comuni, il sanguinamento uterino anomalo, il dolore o la tensione pelvica. Sintomi urinari (pollachiuria o urgenza minzionale) o intestinali (stipsi) derivano dalla compressione esercitata dai miomi stessi sulla vescica e sull’intestino.
I fibromi possono aumentare il rischio di infertilità. Durante la gravidanza, possono provocare aborto spontaneo, contrazioni uterine premature, presentazione anomala del feto o rendere necessario il parto attraverso un taglio cesareo. I fibromi uterini possono anche causare emorragie post-partum.
La diagnosi si pone con l’esame ginecologico pelvico, con l’ecografia con TAC o RNM
In base alla loro localizzazione, si possono classificare:
- Sottomucosi – totalmente intracavitari o con variabile componente intramurale
- Intramurali – a carico delle parete uterina anteriore, posteriore o laterale
- Sottosierosi – peduncolati o con variabile componente intramurale
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Il controllo dei sintomi (Menorragia – Dolore pelvico – Effetto compressivo da parte della loro massa) è la principale indicazione al loro trattamento.
Alternative terapeutiche
Il trattamento dei fibromi uterini deve essere individualizzato, ma alcuni fattori possono aiutare nella decisione:
- Fibromi asintomatici: nessun trattamento. I fibromi vanno solamente monitorati nel tempo (ecografia – visita ginecologica) per escludere un loro eventuale aumento di dimensioni e valutare l’eventuale comparsa di nuova sintomatologia.
- Fibromi sintomatici: l’approccio sarà diverso se la donna sia o meno in menopausa.
Prima della menopausa, ovvero in età fertile, si potranno trattare i fibromi con terapia medica o con la loro asportazione chirurgica selettiva (miomectomia) conservando, quando possibile, l’utero. La terapia chirurgica conservativa prevede l’uso della via Isteroscopica (fibromi sottomucosi o parzialmente intramurali con diametro non superiore ai 5cm), Laparoscopica o Laparotomica quando il volume è superiore ai 5cm e la localizzazione è intramurale o sottosierosa.
Va notato che dopo la miomectomia, è possibile che crescano nuovi fibromi. Circa il 25% delle donne che hanno subito una miomectomia andrà incontro a un intervento di isterectomia nei 4-8 anni successivi.
Nuove procedure terapeutiche vengono sempre più attualizzate, e comprendono:
- Ultrasuoni focalizzati ad alta intensità
- Crioterapia
- Ablazione con radiofrequenza
- Chirurgia ad ultrasuoni focalizzati guidati da RNM
- Embolizzazione dell’arteria uterina
- Terapia farmacologica con agonisti dell’ormone di rilascio delle gonadotropine [GnRH])
Dopo la menopausa, i sintomi tendono a risolversi con la riduzione delle dimensioni dei fibromi. E’ pertanto consigliabile l’attesa (di qualche tempo) per rendere possibile una risoluzione dei sintomi. Se questo non fosse possibile, o si rivelasse insufficiente, all’approccio terapeutico dell’età pre menopausale, si aggiunge con indicazione crescente, l’asportazione completa dell’utero (isterectomia).